Bertolaso: «Per evitare il disastro bastava un iPhone»
ROMA - «Possibile che un tratto di mare così trafficato come quello toscano sia attraversato da mezzi navali che nessuno segue, che nessuno monitora? Se il comandante fosse stato ai comandi di un aereo da turismo, sarebbe stato inseguito prima del disastro, non dopo, dalla voce di chi lo richiamava al rispetto delle norme sul volo. Chi va per mare conosce bene un sistema che oggi usano pure le barche a vela: l’ais, segnale anticollisione (è disponibile anche sull’I-phone, grazie al programma ‘marine traffic’, costa 2 euro e dà tutte le indicazioni sulle navi in movimento con rotta e velocità)’. È quanto afferma l’ex capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, in una lettera pubblicata dal Corriere della Sera in cui denuncia come il passare delle navi vicino alla costa fosse un’abitudine e non un caso eccezionale. «Chi sono, quanti sono dove sono - chiede - coloro che sapevano di queste insane abitudini e non hanno detto nulla?».
Le critiche. Infine, Bertolaso sottolinea che nonostante la «generosa mobilitazione», «nessuno» ha «coordinato i soccorsi», «preso in mano la gestione dell’intera operazione», «informato l’opinione pubblica». «Non contrabbandiamo - conclude - l’assenza della Protezione civile come risparmio delle risorse pubbliche speculando su calunnie e accuse false e mai provate finalizzate a delegittimare una realtà orgoglio degli italiani».
Sabato 21 Gennaio 2012 - 09:37
Fonte Il Messaggero