(lettera aperta al forum)
Premesso che, a quanto ne sappia io, la Microsoft in pratica possiede pure la maggioranza delle azioni della Apple, e che quindi ha il monopolio mondiale per la produzione sia di ardware che software, vorrei far riflettere tutti sui miei attuali sospetti, che da un’annetto mi fanno stare in allerta.
Vi state lamentando sull’assenza della telecamera frontale sul melafonino. Vi rode non avere la possibilità di mandare e ricevere MMS (o semplicemente gli SMS). Vi infuriate per i prezzi altissimi. Volete avere praticamente tutto quasi aggratis. Ma crescete! Non fate più i bambini. Il problema è più grave e non ve ne state accorgendo (o non lo volete vedere). Per di più ci stanno cambiando le carte in tavola senza che tutti noi ce ne accorgiamo.
E ve lo dice uno che è un amante sfrenato di Mamma Apple (che ormai non ha più niente di quello che significava il marchio Apple negli anni ottanta).
Gli iPhone e le nuove Web applicazioni solo solo il primo passo di un programma di totale cambiamento che vogliono imporre le più grandi software Houses: il controllo totale sull hardware e tutto il software. Non ditemi che nessuno non è mai andato a giocare online a World Of Warcraft o ad America’s Army o non è mai entrato nel mondo virtuale di Second Life. Voi in questi casi vi siete scaricati un programma client col quale accedete a server posti dall’altra parte dell’oceano.
Gli iPhone (almeno i 3G) saranno blindatissimi sia come hardware che software. Se si prova ad alterarli si bloccherà tutto, perchè mancherà la firma originale di Apple. E come avviene questa verifica? Attraverso i server di iTunes e di AppStore. Ma che strano!?!?! Server esterni.
Con la creazione di MobileMe, con la scusa di fornire un ulteriore servizio messo a disposizione dei futuri utilizzatori degli iPhone, e di conseguenza la necessità di creare quelle che si chiamano le web applicazioni, ci stanno sottraendo pian piano la convinzione di essere proprietari del software che compriamo. Qual’è lo scopo delle web applicazioni? far girare applicazioni che risiedono nei server delle software houses senza il bisogno di vendere le stesse. Anzi, attraverso il protocollo di Java, utilizzando qualsiasi browser (che diventerebbe il nostro client) si può accedere ai loro server e alle applicazioni che ti mettono a disposizione. Tuti i files che si andrebbero a creare, tutte le informazioni, i nostri contatti, foto, immagini, video, ecc. non li avremo più sui nostri computers, ma magistralmente rimarranno su server esterni ai quali grazie ad un account vi si potrà accedere. Pian piano ci venderanno semplicemente dei terminali + servizi correlati e non più “personal computers” come li conosciamo noi.
Proprio per questo motivo, mi sono iscritto al Developement program. Meglio cercare di capire cosa stia succedendo stando all’interno del sistema che vorrebbe far cambiare le cose verso questa soluzione. Forse non riuscirò mai a creare delle applicazioni per gli iPhone, ma sarò in grado di intuire i pericoli ai quali stiamo andando incontro.
Tutti voi a questo punto, potreste accusarmi di sputare sul piatto in cui da decenni io sto mangiando, ma vi informo che il sottoscritto ha cominciato all’università ad usare computers che usavano UNIX e browsers come Goopher. Da qui sono saltato direttamente agli Apple perchè reputavo il Sistem il sistema operativo più sicuro e inattaccabile da virus ecc. Ormai ho troppi documenti, files, ecc. per tornare ad Unix e il mio lavoro non lascia molto tempo per riorganizzare il tutto. Quindi l’atteggiamento migliore, credo sia quello di proteggere i propri interessi, privacy e “proprietà”.
Se posso e se riesco a trovarli, io scarico solo programmi open source (vedi NeoOffice) e per quello che posso, seguo e cerco di aiutare tutte le comunità che cercano di salvare questa politica, nell’intento di mantenere la libertà di tutti (sempre nel rispetto delle regole perchè la libertà di ognuno di noi finisce dove va a ledere i diritti dell’«altro».
Chiedo solo che riflettiate su tutto quanto sta cambiando da due anni a questa parte (o più… quindi anch’io non me ne sarei accorto prima).